

di Joseph Cacioppo
Quanti - tra le migliaia di spettatori che nelle estati pre-covid hanno affollato piazza Matteotti di Santa Margherita di Belice per assistere al concerto di piazza a cui il “premio letterario G. Tomasi di Lampedusa” fa da corollario - hanno letto “Il Gattopardo”? E quanti sono a conoscenza delle vicende umane degli ascendenti dello scrittore Giuseppe Tomasi di Lampedusa o della realtà storica in cui è ambientato il romanzo Premio Strega 1959? Sono queste alcune delle domande che si sarà posto Andrea Randazzo, l’autore di “Enigma Gattopardo”? Difficile dirlo, ma il sospetto è forte. Ed ancora: il matrimonio d’interesse tra Angelica (borghese benestante) e Tancredi (aristocratico squattrinato), trova fedele riscontro tra gli avi di Giuseppe Tomasi di Lampedusa o, nella realtà storica, i ruoli sono invertiti?
Sta di fatto che lo scrittore margheritese si cimenta nella difficile operazione di legare letteratura, storia e vicende personali legate a Tomasi di Lampedusa, a beneficio dei tanti che possono dire di avere occupato una poltroncina di plastica in piazza Matteotti nella prima decade del mese di agosto.
Per la difficile operazione letteraria, Andrea Randazzo si muove sulle orme di Antonio Scurati con “M. il figlio del secolo”, di Stefania Auci con “I leoni di Sicilia” e, perché no, della serie televisiva su “Leonardo”: la storia che esce dai suoi binari rigorosi e si avventura sui sentieri più accessibili del romanzo. “Enigma Gattopardo” è infatti una sorta di storia romanzata de “Il Gattopardo” e del suo autore.
Come Scurati, anche Randazzo, da molto spazio alla vita sessuale dei suoi protagonisti. E così ci ricorda che, anche oltre un secolo fa, le trasgressioni erotico-sentimentali non erano rarità. Ne è prova la “ruota degli esposti”, dove venivano lasciati i neonati abbandonati. Come dire, il Gattopardo non è solo “suor Maria Crocifissa” (Isabella Tomasi), ma anche il “cacciatore di teste” (Mario Tomasi).
Sembra quasi che “Enigma Gattopardo”, di Andrea Randazzo, sia una sorta di invito alla lettura de “Il Gattopardo” ed a ciò che sta “dietro le quinte”.