

15 gennaio 1968 – 15 gennaio 2021. Se c’è una immagine che può sintetizzare lo stato dell’arte della ricostruzione post terremoto nella “capitale della massoneria della Valle del Belìce” è quella che pubblichiamo.
In primo piano si vede “Casa Sedara”, dove Tancredi si recava a trovare Angelica sotto gli occhi compiaciuti del principe di Salina che osservava la scena dalla finestra del suo palazzo baronale. Il progetto di ricostruzione è fermo negli uffici comunali da oltre 10 anni senza che il sindaco abbia mai provveduto a portarlo all’esame della speciale commissione edilizia che si occupa della ricostruzione post terremoto.
Subito dietro c’è “Casa Perricone”, lasciata alle intemperie malgrado il finanziamento per il suo restauro sia stato concesso nel 2007.
Alle loro spalle c’è l’antico quartiere di S. Vito. Nella seconda metà degli anni ’80 le ruspe venivano pagate per demolire ciò che il sisma aveva risparmiato. Da allora si aspetta che qualcuno passi dalle parole ai fatti per ripristinare “una fisionomia scomparsa”, come recita il titolo di una pubblicazione di alcuni decenni fa.
E su questo stato dell’arte, il Governo nazionale c’entra poco.