

di Joseph Cacioppo
“La nostra è una banca con l’anima. L’anima di una banca locale”. Usa questa immagine Giuseppe Di Forti, il presidente di Banca Sicana, per spiegare l’inaugurazione dell’apertura al pubblico della “Biblioteca navarriana” di Sambuca di Sicilia, prevista per sabato 12 settembre.
“Le BCC (banche di credito cooperativo) sono banche del territorio che non hanno fini di lucro – sottolinea Di Forti. - Il loro obiettivo è quello di accompagnare il territorio non solo dal punto di vista economico ma anche sotto l’aspetto culturale”.
Un sentire che, a Sambuca di Sicilia, era già emerso nel 2007, quando la Banca di Credito Cooperativo di Sambuca di Sicilia, oggi confluita nella Banca Sicana, acquistò l’intera biblioteca che fu di Emanuele Navarro della Miraglia. Più di 300 volumi. La biblioteca detiene anche tantissime carte, cimeli, documenti e autografi del letterato di origine sambucesi. Un patrimonio straordinario che costituisce un punto di riferimento per tutti coloro che volessero accostarsi alla conoscenza del famoso autore de La Nana. Un patrimonio che, nel 2016, in occasione della ricorrenza della 90° anniversario della fondazione della BCC di Sambuca, i vertici dell’istituto bancario (Liborio Catalanotto presidente e Ennio Gagliano direttore generale) decisero di far conoscere al pubblico.
“Adesso – spiega Giuseppe Di Forti – con questa operazione di rivisitazione, curata da Alessandro Becchina, la biblioteca viene aperta a tutta la comunità e non solo agli studiosi. E’ il nostro modo di stringere la mano alla Comunità sambucese. Comunità in cui è già presente un notevole fermento intellettuale”.
Nel 2016, in occasione della presentazione della Biblioteca navarriana, fu presentato il saggio Il ventaglio chinese, di Piero Meli. Fu pubblicato anche una sorta di racconto biografico del Navarro, un saggio bio-bibliografico per immagini, un agile e sobrio volumetto ricco di particolari inediti, volto a dare - come si legge nella presentazione curata dal prof. Piero Meli – “la misura dello spessore artistico, dell’ingegno e della cultura europea di questo eclettico scrittore e giornalista sambucese, molto più avanti del suo tempo, delicato cultore di Puskin e di Longfellow, impietoso e ironico ritrattista della vita parigina del Secondo Impero, impeccabile traduttore di testi teatrali francesi nonché padre del verismo siciliano”.
L’apertura al pubblico della Biblioteca navarriana può rappresentare un punto di partenza anche per approfondire la storia del piccolo centro dell’agrigentino.
Studiando Navarro sono già stati messi in evidenza dati storici. Ad esempio: Navarro della Miraglia non nacque a Sambuca Zabut ma a Sambuca. Nel 1838 la città natale del Navarro si chiamava semplicemente Sambuca. Soltanto nel 1863 cambiò denominazione. Prima, per errore di trascrizione, in Sambuca Labat e poi in Sambuca Zabut. Morì invece a Sambuca Zabut nel 1919 e non a Roma.