

di Joseph Cacioppo
Quanti furono, in Sicilia, i morti della seconda guerra mondiale? E l’accordo tra gli Alleati e la mafia, favorito dalla Massoneria, risparmiò la Sicilia dai bombardamenti?
“Quando avevamo la guerra in casa”, di Mario Francese, con un saggio di Mario Genco (Mohicani Edizioni), aiuta a sistemare alcuni tasselli di una pagina di storia non ancora compiutamente raccontata.
Il testo si basa sull’esperienza diretta del giovane cronista (era nato nel febbraio 1925) coordinata con gli articoli dell’epoca del Giornale di Sicilia e i bollettini ufficiali diramati dalle forze armate dell’Asse Italia-Germania.
Ne esce fuori un resoconto dettagliato delle città colpite, dei danni patiti. Ma, ancora più interessante, è la cronaca in presa diretta degli stati d’animi, delle paure, delle privazioni delle popolazioni siciliane.
Una impietosa analisi di come Mussolini ed il fascismo scesero in guerra completamente impreparati. “Tra l’urlo delle sirene e il fracasso infernale delle bombe tutti scoprirono presto – avverte Franco Nicastro nella prefazione – che quel 10 giugno 1940 era stato davvero un giorno di follia”. Mancavano i rifugi antiaerei, mancavano le scorte.
Nulla nella realtà corrispondeva alla propaganda del regime. Anche i bollettini di guerra e le cronache giornalistiche risentivano della censura.
La cronaca si ferma a poco prima dell’armistizio. Anche perché allora non era ancora noto che a Cassibile erano presenti anche Vito Guarrasi, Filippo Naldi, Galvano Lanza di Trabia, Charles Fama e Frank Gigliotti. Come in punta di piedi accenna Riccardo Arena nell’introduzione: “l’Isola dominata, invasa (o liberata, ma al prezzo di riavere tutti interi i mafiosi cacciati o rimasti in relativo sonno per il ventennio), la Sicilia violentata e massacrata fu la stessa che Mario Francese continuò a conoscere da giovane e poi da maturo giornalista di giudiziaria”.
Ed è il saggio di Mario Genco a sottolineare come gli Alleati occuparono Lampedusa, Pantelleria e Favignana senza trovare grande resistenza.
Il libro, sostanzialmente, riprende un reportage del 1960 del giornalista (ucciso dalla mafia nel 1979) e pubblicato sul Giornale di Sicilia in occasione del centenario della sua fondazione. Edizione speciale del Giornale di Sicilia trovata per caso su una bancarella da uno dei figli del giornalista.