

di Joseph Cacioppo
“Nessuno deve tacere”, l’ultimo romanzo di Michele Barbera (Aulino editore), punta i riflettori su quelle piccole grandi storie quotidiane che la cronaca cita di sfuggita parlando dei cosiddetti “testimoni di giustizia”.
Già, i testimoni di giustizia. Che lo Stato è chiamato a proteggere, così come protegge i “pentiti”. Tasselli fondamentali di delicati procedimenti giudiziari. Elementi indispensabili per squarciare quel velo di omertà che generalmente copre i crimini della malavita organizzata: la mafia, nelle sue varie declinazioni regionali.
Ma dietro le notizie di cronaca ci sono uomini, donne e bambini. Con le loro paure, sensibilità, aspettative, prospettive.
Michele Barbera con il suo “Nessuno deve tacere” da corpo e voce a queste paure, aspettative, prospettive. E lo fa “dal di dentro”, facendo parlare, trepidare, adirare, i protagonisti involontari di questo stranissimo status sociale.
Così il “testimone di giustizia”, che le telecamere televisive ci propongono con il volto “oscurato” e la voce contraffatta, nel romanzo di Barbera ha un corpo, un nome e dei sentimenti.
Sentimenti che sono di smarrimento in Franco (il testimone), di apprensione in Laura (la moglie del testimone), di disorientamento in Nico (il figlio adolescente) e di disagio nella piccola Irene (la figlia).
E si, Michele Barbera ricorda al lettore che il “testimone di giustizia” non è un uomo solitario, come si vede solitamente nei film, ma è una persona che vive in un contesto sociale, con familiari e amici. E che la “scelta” di aiutare la giustizia coinvolge tutti.
Con taglio giornalistico, Michele Barbera scandaglia le personalità e gli stati d’animo di quanti sono coinvolti nel “piano di protezione”. Dai funzionari ministeriali che hanno in carico la “pratica”, ai poliziotti che devono fare i conti con le paure e i disagi della “pratica”; dallo sradicamento ambientale delle persone soggette a tutela alle difficoltà di reinserimento degli stessi con nuove identità.
Tutto questo travaglio interiore trova la sua sintesi nell’adolescente Nico, costretto da un giorno all’altro a tagliare i ponti con il suo mondo, i suoi amici, i suoi affetti. E così si scopre che dietro la scorza, tutta muscoli e cervello, di una poliziotta si nasconde sensibilità e preparazione letteraria. E’ un mondo sconosciuto quello che racconta Michele Barbera nel suo “Nessuno deve tacere”. Un insieme di tasselli che le notizie di cronaca non riescono a illustrare con la giusta luce.
La narrazione è efficace e risente dell’esperienza professionale dell’autore.
Uno spaccato del dramma che vivono degli eroi involontari ed invisibili e che la cronaca non racconta, ma anche un appello racchiuso nel titolo.
Michele Barbera è un avvocato con un lungo curriculum letteraio.