

di Joseph Cacioppo
L’Amministrazione Valenti, ancorché a trazione massonica, non riesce a far partire la mensa scolastica per gli alunni del tempo prolungato dell’Istituto comprensivo “G. Tomasi di Lampedusa”.
Non attivando la mensa scolastica resta ferma anche l’attività didattica di potenziamento. Cioè a scuola non parte il tempo pieno. Anche se il fermo riguarda soltanto la scuola materna e quella elementare, la cui attività dovrebbe essere svolta su cinque giorni la settimana. Alle medie, dove il tempo prolungato interessa solo due giorni alla settimana, si va avanti in “stato di emergenza” con i genitori che si sostituiscono all’Amministrazione Valenti per la fornitura del pasto dei loro figli.
Il potenziamento dell’attività didattica, tradotto in soldoni, significa un incremento del 50 per cento di insegnamento. Tutto oro che cola per gli alunni.
Eppure la massoneria si è sempre spesa a favore della scuola. Quindi l’atteggiamento degli amministratori massoni margheritesi è alquanto anomalo.
Fu con la legge “Coppino” (dal nome del Ministro della Pubblica istruzione: Michele Coppino, massone), approvata dal Parlamento il 15 luglio 1877, che venne istituito l’obbligo scolastico per tutti i bambini di età compresa tra i sei e i nove anni. Obbligo relativo alle prime due classi della scuola elementare. La norma previde anche sanzioni per quei genitori che non rispettavano la legge, tanto era l’interesse a combattere l’analfabetismo.
La nuova legge era stata voluta dalla “Sinistra storica” in quanto la ritenevano propedeutica all’estensione del suffragio popolare nelle votazioni politiche. Come dire: più sanno e più oculatamente scelgono i loro rappresentanti politici.
Fu ancora un episodio relativo alla scuola che portò alla scissione interna al Grande Oriente d’Italia (GOI) del 1908. La scissione scaturì dalla non uniformità del voto parlamentare, da parte dei Deputati massoni, sulla cosiddetta “mozione Bissolati” con la quale si invitava il Governo ad assicurare il carattere laico della scuola elementare vietando l’insegnamento religioso. A seguito di questa scissione, il 21 marzo 1910, fu fondata la Gran Loggia d’Italia (GLDI).
Entrambe le due Obbedienze sono fortemente rappresentate nel paese del Cafè House.
Eppure, malgrado questi precedenti storici, a Santa Margherita di Belice, dove i Fratelli massoni si ritrovano ai vertici di tante istituzioni ed associazioni, le attività didattiche e culturali registrano le massime carenze.
La biblioteca comunale, ad esempio, è dotata di pochissimi libri che parlano di Giuseppe Tomasi di Lampedusa e delle sue opere. E ciò malgrado da 16 anni si allestiste – in piazza Matteotti – una manifestazione che va sotto il nome di “Premio letterario G. Tomasi di Lampedusa”.
Le contraddizioni storiche, poi, non trovano soluzioni. Ad esempio: la statua del fascista Giuseppe Tomasi di Lampedusa è collocata nella piazza intitolata all’antifascista Giacomo Matteotti.
Piazza Matteotti che da almeno sette anni non ha una targa toponomastica. Accanto (ma sarebbe più corretto dire all’interno) a piazza Matteotti, poi, è stata apposta una targa in onore della regina Maria Carolina, la sovrana che nel 1799 fece giustiziare i patrioti della repubblica napoletana.
Una contraddizione vistosa, quindi, quella dei massoni margheritesi rispetto allo scopo della Massoneria: elevazione dell’uomo. E si sa che l’evoluzione passa attraverso la scuola e la cultura. Mentre a Santa Margherita di Belice la priorità viene data alle feste di piazza.
Tant’è che in tanti si interrogano sul perché per la sagra del ficodindia di ottobre i fondi si sono trovati per tempo, mentre per la mensa della scuola, le cui attività sono iniziate a settembre, si ipotizza una carenza di soldi.