

di Laura Bonelli
E’ possibile fare una critica profonda e spietata al sistema di pensiero scientifico americano senza essere aggressivi e spavaldi? Non è semplice confrontarsi con una mentalità sempre pronta a battagliare, ma la vecchia Europa ha armi raffinate. E’ il caso del breve libello di un grande intellettuale imolese, Antonio Castronuovo, ideatore della casa editrice Babbomorto per la quale, stavolta in qualità di autore, scrive Sui marziani e sui gigioni. Attraverso un’analisi quieta e ironica di alcuni capisaldi della cinematografia fantascientifica made in U.S.A. l’autore pone l’accento su ben più grandi questioni. “Nessuna lotta di sopravvivenza è più ricca di oscurità quanto quella che gli uomini hanno sostenuto (e sosterranno) coi marziani.” cita l’incipit del testo e apre immediatamente a significati più profondi, a timori inconsci nel confronti del diverso e dello sconosciuto.
In che modo è possibile affermare la supremazia della razza umana, rifugiandosi in standardizzati percorsi di pensiero? Ecco che il vivace sceneggiatore statunitense del film risolve il problema attraverso l’intuito dello scienziato gigione che con lampi di genialità trova il modo distruggere gli scudi protettori dell’astronave madre, facendo riportare la vittoria agli umani. L’autore termina con una nota dolente: è più facile sconfiggere gli alieni che mirare correttamente un obbiettivo militare senza far strage di innocenti.
Attendiamo speranzosi un sequel. L’argomento è ben più ampio per essere risolto in un solo testo. Altri marziani premono perché si parli di loro. Speriamo che l’autore accetti l’invito.