

di Laura Bonelli
Bisogna partire da un presupposto: tutte le invenzioni dell’arte cinematografica sono state fatte nel periodo del muto. Il resto è stato solo migliorato; la genialità appartiene agli esordi.
Nell’epoca tecnologica digitale gli effetti speciali (ovvero le tecniche adoperate nel cinema per riprodurre scene non rappresentabili in modo tradizionale perché troppo pericolose, costose o semplicemente non appartenenti alle leggi della natura) sono diventati la normalità e nulla più stupisce lo spettatore, oramai abituato vedere i protagonisti dei film a trasformazioni impossibili.
Risulta interessante la Storia degli effetti speciali (NPE) di Giovanni Toro, un lavoro approfondito che ripercorre l’evoluzione di questa branca partendo dai fratelli Lumière per arrivare alla svolta tridimensionale proposta con Avatar.
Il libro parte con un capitolo dedicato alla biologia e alla percezione dell’occhio, per poi addentrarsi nell’argomento partendo dagli esordi del cinema.
Un saggio tecnico che interesserà soprattutto gli appassionati del settore o chi voglia scoprire come si è trasformato questo mondo da basi prettamente meccaniche a quelle digitali.