

di Joseph Cacioppo
Sono già passati sette mesi da quel 25 giugno in cui una pianta di sommacco, cresciuta abusivamente sulla copertura di casa Barbera, causò il crollo di un cornicione e la chiusura al transito del tratto di strada che la costeggia e che permette l’accesso a Santa Margherita di Belice.
Dopo sette mesi la pianta di sommacco è ancora là. Spavalda. Sono ancora là anche i resti del cornicione crollato. La “prova” che dovrebbe commuovere la Soprintendenza ai beni culturali a concedere il nulla osta per dare il via libero alle ruspe. Come desiderato dall’Amministrazione guidata da Franco Valenti.
E si, Casa Barbera risale all’inizio del 1900. Ha resistito al terremoto del gennaio 1968 ma non all’incuria dell’uomo. Ha ceduto a quella pianta di sommacco che sembra “sventolare” in segno di vittoria per la sua opera distruttiva che sta riuscendo dove non hanno potuto le scosse sismiche di 51 anni fa.
Primo sostenitore della demolizione del residuo di edifico, costruito ai primi del 1900 al posto della Porta Reale, è l’assessore ai lavori pubblici, Maurizio Marino. La Soprintendenza ai beni culturali – stando a quanto riferisce l’Amministrazione Valenti - pare abbia già dato un primo assenso informale alla demolizione, ma il provvedimento scritto non arriva. E sono passati sei mesi dalla richiesta di declassare l’edifico da “bene culturale” ad edilizia ordinaria. E già si sentono i colpi di pedale sull’acceleratore delle ruspe che scaldano i motori. Ma il via libera non arriva. Con grande disagi per chi deve raggiungere lo scorrimento veloce Sciacca-Palermo, la provincia di Palermo e Trapani. Disagi anche per gli agricoltori che devono raggiungere le loro aziende.
Intanto un progetto di recupero edilizo, presentato da uno dei comproprietari, da sette anni resta fermo sulla scrivania dell'assessore ai lavori pubblici in attesa di essere esaminato.
Eppure il Governatore Nello Musumeci si è detto vicino al Comune di Santa Margherita di Belice in occasione della ricorrenza del 51° anniversario del terremoto del 1968. Eppure tre assessori regionali, l’estate scorsa, sono stati ospiti del sindaco per la festa in piazza del Premio letterario internazionale “G. Tomasi di Lampedusa”.
Ed allora per chi manca? Possibile che l’assessore regionale ai beni culturali, Sebastiano Tusa, un tecnico prestato alla politica, non ha voglia di cedere nella sfida del sommacco? Malgrado la pianta del sommacco sia sostenuta da una amministrazione di centro destra?