

di Joseph Cacioppo
Il day after del "Premio" è tutto un susseguirsi di complimenti. Complimenti per le luci, per la “novità” di aver spostato il palco, per gli autisti comunali che hanno contribuito a sistemare le sedie in piazza, per la segreteria del sindaco che ha diramato gli inviti, per l’assessore che ha monitorato il meteo, per quell’altro che in quattro e quattr’otto ha fatto attivare la wi-fi gratuita in piazza. Ma anche complimenti per il sindaco e per l’altro assessore che ha curato le manifestazioni estive. A dispensare complimenti e ringraziamenti a destra e manca è l’assessore all’agricoltura, a sua volta sommerso di ringraziamenti e complimenti per i ringraziamenti elargiti via web.
Questo il bilancio più evidente della XV edizione del Premio Letterario Internazionale “Giuseppe Tomasi di Lampedusa” indetto dal Comune di Santa Margherita di Belice, il centro belicino a confine di tre province: Agrigento, Palermo e Trapani.
E’ mancato poco che qualche casalinga di Voghera finisse al pronto soccorso per essersi scorticata le mani a furia di batterle in segno di manifesta soddisfazione per la tanto attesa serata mondana svoltasi in una gremita piazza Matteotti (circa 5000 persone).
Nessun commento o discussione sull’autore e sul libro premiato: “La Patria” di Fernando Aramburu (ad eccezione della pagina fbk “Il Diario del Gattopardo”). Nessun commento o discussione sul pensiero dello scrittore spagnolo, che vive in Germania, emerso durante il colloquio con il giornalista Felice Cavallaro.
Nessun commento o discussione sulla motivazione che ha indotto la giuria a premiare “La Patria”.
Nessun commento o discussione sulla annunciata “entrata” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, e del sambucese Emanuele Navarro, nella “SS 640 strada degli scrittori”, iniziativa avviata nel 2013 su input di Felice Cavallaro senza l’autore del Gattopardo.
E così la mitica casalinga di Voghera, per acclamazione (risultano superate le inchieste televisive sugli interessi del pubblico e sono assenti i novelli Alberto Arbasino che si assumono la paternità di esplicite espressioni idiomatiche), si impone sulla scena di Santa Margherita di Belice.
Alla luce dei “ringraziamenti e complimenti” del giorno dopo, bisogna riconoscere che quella del direttore artistico, Onorio Abruzzo, di tralasciare la musica di autore di Eugenio Finardi a favore delle canzoni di Noemi (a completamento della serata di consegna del Premio), è stata una scelta che ha colto nel segno. Ha visto giusto, come conferma l’audience.
E viene in mente la battuta sorniona dello scrittore Accursio Soldano in un post successivo alla presentazione del suo romanzo “La maledizione di Thelema”, a Santa Margherita di Belice, in seno alla “Settimana gattopardiana” (rassegna letteraria abbinata alla XV edizione Premio Letterario Internazionale, ma che non prevede il cantante a fine serata). In risposta ad un commento con il quale gli venivano fatti i complimenti per la presentazione del suo romanzo, Soldano (forse non contento per il non numeroso pubblico) ha risposto: “complimenti di cosa”?