

Si è ridotta ad una corsa a due la competizione elettorale per il rinnovo del Governo del Comune di Santa Margherita di Belice. “OraSI, è ora che tutto cambi!” contro “Io ci sto”.
Joseph Cacioppo contro Pier Paolo Di Prima. “Progressisti” contro “conservatori”.
Più passano le ore e più il quadro diventa chiaro. Due visioni contrapposte di vedere il futuro di Santa Margherita di Belice. Da un lato tutte facce nuove del panorama politico margheritese, mentre dal lato opposto c’è l’intero catalogo degli amministratori che si sono succeduti alla guida del paese negli ultimi 25 anni.
Tutte gente per bene in entrambi gli schieramenti. Ma con curriculum politico diverso.
La lista “Io ci sto” ha fatto ricorso al maquillage, i “volponi” (Pier Paolo Di Prima, docet), vera locomotiva della squadra che si candida a guidare il paese del Cafè House, stanno in ombra, defilati. In “vetrina” vengono “esposti” (vedi foto della presentazione della lista) alcuni giovani. A tirare le fila della macchina elettorale ci sono tutti: Giorgio Mangiaracina, Salvatore Ferraro, Calogero La Marca, Salvatore Morreale, Mimmo Cacioppo, i Santoro, i Di Prima e pare che ci sia anche il gruppo di Salvino Barbera (alias Fabrizio Viola).
In “OraSI, è ora che tutto cambi!”, invece, tutta gente della società civile. Gente alla loro prima esperienza politico-amministrativo. Il loro unico difetto? Avere scelto un candidato sindaco che parla chiaro, pane al pane e vino al vino. Che non le manda a dire. Ecco perché in tanti li temono. Come dimostra la presa di posizione pubblica del potente capo dell’Ufficio tecnico comunale (“sindaco di fatto” in questi ultimi cinque anni) che, ieri, ha dato istruzioni al “sindaco dei selfie” di come condurre la campagna elettorale.
Bella sfida. Che vinca il migliore.