

Oggi, domenica 12 marzo, al Teatro Samonà di Sciacca, torna in scena “La Nana” di Emanuele Navarro della Miraglia, riduzione e adattamento teatrale di Nino Bellitto ed Enzo Randazzo.
“La Nana” ritorna a Sciacca dopo 36 anni, e lo fa per una iniziativa di beneficanza promossa dalle Associazioni di Volontariato di Sciacca. Il testo letterario va in scena con la regia di Enzo Randazzo, Gisella Mondino e Daniela Rizzuto.
Il romanzo “La Nana” è stato il primo romanzo Verista della Letteratura Italiana e per molti viene considerato il primo manifesto contro il femminicidio.
Emanuele Navarro della Miraglia è stato “rilanciato” da Leonardo Sciascia come precursore pirandelliano ed è stato studiato da Natale Tedesco, che ha documentato la sofisticazione della morale sessuale dei siciliani. Navarro deve a Mario Strati il merito di averlo spogliato del ruolo di “paggetto” di Capuana e Verga, e che ha dimostrato la grandezza, lo spessore culturale e soprattutto l’originalità e la modernità della sua scrittura.
La storia del romanzo “La Nana” si svolge a Villamaura (Sambuca di Sicilia), un piccolo paese dell’agrigentino, che è il teatro del semplice dramma d’amore di Rosaria Passalacqua che, invaghitasi di don Pietro Gigelli, preferisce le sue attenzioni a quelle di Rosolino, un onesto lavoratore dei campi desideroso di sposarla. Don Pietro è, però, promesso a Grazia Fragalà, figlia di uno dei più ricchi proprietari di Villamaura. Così, dopo aver sedotto Rosaria, finisce con l’abbandonarla per sposare Grazia.
Rosolino, benché a conoscenza dei rapporti intercorsi tra Pietro e Rosaria, superando i pregiudizi della morale tradizionale, torna ad offrire il suo amore a Rosaria e la salva dello scandalo, sposandola.
Come si vede la soluzione dell’intreccio è attualissima. Come moderno è lo stile, perché ne “La Nana”, più che in Capuana e Verga, poco interessati al rapporto fotografia-scrittura, la rappresentazione del paesaggio prende in prestito soluzioni lessicali desunte dal linguaggio dell’arte moderna, della pittura realista ed impressionista che caratterizza Parigi negli anni in cui Navarro vi soggiorna.