

Ripristinati i “vespasiani” a Santa Margherita di Belice. Un ritorno al passato alquanto involontario dell’Amministrazione Santoro. Prima del terremoto del gennaio 1968, i “vespasiani” erano situati sotto piazza Matteotti, si scendeva la scaletta e si potevano fare i bisogni fisiologici senza disturbare i locali pubblici. Poi i tempi sono cambiati, la configurazione della piazza è cambiata, i bisogni fisiologici sono rimasti. Quando scappa, scappa. Non era Pippo Franco che cantava “mi scappa la pipì, mi scappa la pipì, mi scappa la pipì papa”. E così attraverso una “finta” trascuratezza ed abbandono degli immobili comunali, l’Amministrazione Santoro lascia che i “vespasiani involontari” crescono. Sulla carta si tratta del Palazzo Giambalvo, i cui lavori di recupero sono iniziati oltre venti anni fa, ma che ancora attendono di essere completati. Nella realtà territoriale si trovano di fronte la stazione del Vigili del Fuoco. Un cancello “tanto per” dovrebbe impedire l’accesso ma – come fa notare il solerte ed attento margheritese, Nino La Sala – il luogo è molto “apprezzato” per l’ospitalità vespasiana. E poi dicono che l’Amministrazione Santoro non si interessa dei “bisogni” dei margheritesi e dei turisti. Avanti tutta. Oh, pardon: Avanti, si cambia.