
150° dell’unità d’Italia
Da alcuni anni, il 26 settembre sono presente, a Grottaferrata sia per assistere alle solenni celebrazioni in onore di S. Nilo, fondatore nel 1004 della famosa Badia Greca, sia per partecipare alle iniziative culturali che, in tale occasione, vengono organizzate per far conoscere la comunità monastica bizantina che vi opera da oltre mille anni.
Quest’anno ho visitato l’originale e interessantissima mostra fotografica e documentaria “Ricordo di un evento: IX centenario dell’Abbazia e l’esposizione di arte italo-bizantina a Grottaferrata, 1904-1905”, aperta il 24 settembre 2011 nella Badia Greca.
Ammirando con molto interesse l’originale documentazione esposta nella mostra, leggendo con particolare curiosità il Catalogo messo a disposizione, ascoltando le relazioni di presentazione, ho scoperto che avevano significativamente contribuito alla buona riuscita dello straordinario evento culturale alcuni monaci di origine contessiota: don Cosma Buccola, don Sofronio Gassisi, don Saba Abate. Ovviamente l’abate pro-tempore Arsenio Pellegrini fu il protagonista principale di quel evento dell’inizio del secolo scorso, avendo coordinato gli apporti ed i contatti di varie istituzioni che collaborarono alla realizzazione della straordinaria iniziativa culturale (Comitato cittadino di Grottaferrata, Comitato dei monaci, Comitato romano di cui facevano parte illustri personalità del tempo, ecclesiastiche e laiche).
Nonostante il diffuso clima di dissapori tra Stato Italiano e Santa Sede, conseguente alla proclamazione dell’Unità d’Italia, che provocò una scissione profonda tra il nuovo Stato laico e la Chiesa di Roma, la mostra, sia per il coinvolgimento nella sua realizzazione di istituzioni, laiche ed ecclesiastiche, pubbliche e private, sia per la partecipazione di illustri personaggi del mondo della cultura, dell’arte, dell’aristograzia e della politica italiana (la visitarono membri del Governo, Ambasciatori, il re Vittorio Emanuele e sua madre la regina Margherita di Savoia, Gabriele d’Annunzio, aristocratici d’Italia e d’Europa, ), contribuì ad un riavvicinamento delle due sponde del Tevere, e fu quindi occasione per avviare, nonostante le perduranti diffidenze tra Stato e Chiesa, un processo di riconciliazione che porterà nel 1929 alla firma del Concordato.
La medaglia assegnata alla mostra dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano costituisce un riconoscimento ufficiale dell’iniziativa da annoverare tra quelle che meritano di essere ricordate nella celebrazione dei 150 anni dell’Unità d’Italia.
Alla mostra del 1905 furono esposte preziose opere d’arte, manoscritti, icone, ecc. messe a disposizione da varie istituzioni pubbliche e private, italiane (Roma, Ravenna, Messina, Venezia, ecc.) e straniere (Parigi, Mosca, Alessandria d’Egitto, ecc.).
I tre monaci di origine contessiota, che svolsero un ruolo importante (organizzativo, culturale, scientifico, ecc.) nella realizzazione della mostra erano:
- don Cosma Buccola (1869-1934), primo italo-albanese, alunno, probando, novizio e membro della Comunità monastica basiliana della Badia Greca di Grottaferrata, Maestro dei novizi, Direttore della tipografia poliglotta, assiduo collaboratore dell’abate Pellegrini, protagonista della programmazione e dello svolgimento delle solenni celebrazioni organizzate per il nono centenario (1904-1906) di fondazione della Badia;
- don Sofronio Gassisi (1873-1923), liturgista, paleografo, anticipatore dell’ecumenismo, uno dei fondatori e dei principali collaboratori del periodico "Roma e l'Oriente", bibliotecario e archivista; significativo il suo contributo alla rinascita religiosa e spirituale della "nuova" Badia (studi di liturgia e paleografia, recupero del rito e delle tradizioni monastiche);
- Don Saba Abate (1871- ?), ordinato sacerdote nel 1895, Segretario del Capitolo, ottimo operatore nel laboratorio di paleografia e miniatura, dal 1905 vice-rettore del Seminario Greco-albanese di Palermo, nel 1906 nella cripta mortuaria della chiesa dell’Olivella a Palermo, trova i resti mortali di papas Giorgio Guzzetta, fondatore del Seminario Greco-Albanese.
Anche se ha operato negli anni successivi alla mostra del 1905, merita di essere ricordato infine padre Lorenzo Tardo (1883-1967) di Contessa, jeromonaco basiliano e studioso di musica bizantina di fama mondiale, pioniere nella scoperta, lettura, trascrizione, interpretazione, pubblicazione ed esecuzione delle melodie antiche bizantine dei codici.
Da alcuni anni, il 26 settembre sono presente, a Grottaferrata sia per assistere alle solenni celebrazioni in onore di S. Nilo, fondatore nel 1004 della famosa Badia Greca, sia per partecipare alle iniziative culturali che, in tale occasione, vengono organizzate per far conoscere la comunità monastica bizantina che vi opera da oltre mille anni.
Quest’anno ho visitato l’originale e interessantissima mostra fotografica e documentaria “Ricordo di un evento: IX centenario dell’Abbazia e l’esposizione di arte italo-bizantina a Grottaferrata, 1904-1905”, aperta il 24 settembre 2011 nella Badia Greca.
Ammirando con molto interesse l’originale documentazione esposta nella mostra, leggendo con particolare curiosità il Catalogo messo a disposizione, ascoltando le relazioni di presentazione, ho scoperto che avevano significativamente contribuito alla buona riuscita dello straordinario evento culturale alcuni monaci di origine contessiota: don Cosma Buccola, don Sofronio Gassisi, don Saba Abate. Ovviamente l’abate pro-tempore Arsenio Pellegrini fu il protagonista principale di quel evento dell’inizio del secolo scorso, avendo coordinato gli apporti ed i contatti di varie istituzioni che collaborarono alla realizzazione della straordinaria iniziativa culturale (Comitato cittadino di Grottaferrata, Comitato dei monaci, Comitato romano di cui facevano parte illustri personalità del tempo, ecclesiastiche e laiche).
Nonostante il diffuso clima di dissapori tra Stato Italiano e Santa Sede, conseguente alla proclamazione dell’Unità d’Italia, che provocò una scissione profonda tra il nuovo Stato laico e la Chiesa di Roma, la mostra, sia per il coinvolgimento nella sua realizzazione di istituzioni, laiche ed ecclesiastiche, pubbliche e private, sia per la partecipazione di illustri personaggi del mondo della cultura, dell’arte, dell’aristograzia e della politica italiana (la visitarono membri del Governo, Ambasciatori, il re Vittorio Emanuele e sua madre la regina Margherita di Savoia, Gabriele d’Annunzio, aristocratici d’Italia e d’Europa, ), contribuì ad un riavvicinamento delle due sponde del Tevere, e fu quindi occasione per avviare, nonostante le perduranti diffidenze tra Stato e Chiesa, un processo di riconciliazione che porterà nel 1929 alla firma del Concordato.
La medaglia assegnata alla mostra dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano costituisce un riconoscimento ufficiale dell’iniziativa da annoverare tra quelle che meritano di essere ricordate nella celebrazione dei 150 anni dell’Unità d’Italia.
Alla mostra del 1905 furono esposte preziose opere d’arte, manoscritti, icone, ecc. messe a disposizione da varie istituzioni pubbliche e private, italiane (Roma, Ravenna, Messina, Venezia, ecc.) e straniere (Parigi, Mosca, Alessandria d’Egitto, ecc.).
I tre monaci di origine contessiota, che svolsero un ruolo importante (organizzativo, culturale, scientifico, ecc.) nella realizzazione della mostra erano:
- don Cosma Buccola (1869-1934), primo italo-albanese, alunno, probando, novizio e membro della Comunità monastica basiliana della Badia Greca di Grottaferrata, Maestro dei novizi, Direttore della tipografia poliglotta, assiduo collaboratore dell’abate Pellegrini, protagonista della programmazione e dello svolgimento delle solenni celebrazioni organizzate per il nono centenario (1904-1906) di fondazione della Badia;
- don Sofronio Gassisi (1873-1923), liturgista, paleografo, anticipatore dell’ecumenismo, uno dei fondatori e dei principali collaboratori del periodico "Roma e l'Oriente", bibliotecario e archivista; significativo il suo contributo alla rinascita religiosa e spirituale della "nuova" Badia (studi di liturgia e paleografia, recupero del rito e delle tradizioni monastiche);
- Don Saba Abate (1871- ?), ordinato sacerdote nel 1895, Segretario del Capitolo, ottimo operatore nel laboratorio di paleografia e miniatura, dal 1905 vice-rettore del Seminario Greco-albanese di Palermo, nel 1906 nella cripta mortuaria della chiesa dell’Olivella a Palermo, trova i resti mortali di papas Giorgio Guzzetta, fondatore del Seminario Greco-Albanese.
Anche se ha operato negli anni successivi alla mostra del 1905, merita di essere ricordato infine padre Lorenzo Tardo (1883-1967) di Contessa, jeromonaco basiliano e studioso di musica bizantina di fama mondiale, pioniere nella scoperta, lettura, trascrizione, interpretazione, pubblicazione ed esecuzione delle melodie antiche bizantine dei codici.