

Dodici anni sono passati invano per il palazzo Saieva-Lombardo di Santa Margherita di Belice. E sfuma anche il progetto di adibire il palazzo del Gattopardo ad attività culturali e museali, trasferendo gli uffici comunali in altri locali. La fatalità gattopardiana colpisce ancora: che tutto cambi purchè tutto resti come è.
La fatalità gattopardiana, questa volta, ha le forme di una proposta di delibera del Sindaco Franco Valenti sottoposta al vaglio del consiglio comunale fissato per il prossimo due marzo.
La proposta è semplice: il progetto politico di acquisire il palazzo Saieva-Lombardo, per trasferirvi gli uffici comunali e liberare il palazzo del Gattopardo, non è condivido dall'attuale amministrazione comunale e quindi si devono revocare tutti gli atti adottati in precedenza.
Il civico consesso, guidato da Francesco Ciaccio, viene invitato quindi a revocare la delibera del 2003 con la quale era stata avviata la procedura per espropriare lo scheletro che sovrasta la "Palazzata" e che proietta la sua ombra su piazza Matteotti. Alla delibera del consiglio comunale del 2003 era seguito il decreto di esproprio pubblicato sulla gazzetta ufficiale. Ma poi non se ne fece nulla. Adesso arriva l'ordine: dietro front. Per 12 anni abbiamo scherzato.
Ed allora, si chiederà chi ha letto fin qua questo commento?
Ed allora, suggerisce il sindaco Franco Valenti, il consiglio comunale dica al primo cittadino di far demolire lo scheletro in cemento armato dell'edificio.
Tutti i frequentatori di facebook, che ogni volta che vedono l'ombra del palazzo Lombardo su piazza Matteotti godono cliccando "mi piace", saranno contenti.
Anche se ritorna l'antico dilemma: perchè i primi cittadini di Santa Margherita di Belice sono per la "demolizione" delle proprietà private? Franco Santoro voleva demolire i circoli Garibaldi e degli Operai. Franco Valenti vuole demolire palazzo Lombardo. Proprietà privata i primi e proprietà privata il secondo.
Possibile che nessuno parli di "costruire"?
Certo, probabilmente qualcuno tirerà in ballo questioni di sicurezza, ma lo stesso discorso dovrebbe valere per "casa Barbera" situata all'ingresso del paese e transennata da una quindicina di anni.
Certo, probabilmente qualcuno tirerà il ballo la questione del decoro del salotto di città: piazza Matteotti, ma lo stesso discorso dovrebbe valere per "casa Sedara".
Il consiglio comunale, invece, è chiamato a pronunciarsi solo su "palazzo Lombardo".
Intanto pare che l'ex sindaco Giorgio Mangiaracina, l'ideatore del progetto di trasferire gli uffici comunali nel "palazzo Lombardo", abbia scagliato i suoi strali sulla proposta che vorrebbe revocare il progetto che da 12 anni giace, tranquillo e beato, nei cassetti di qualche scrivania comunale.
Il due marzo, in consiglio comunale, gli altri sviluppi della storia. Infinita.