

di Margherita Ingoglia
Per una giovane che si affaccia al mondo della scrittura, la partecipazione ad un festival come il "Letterando in Fest" è certamente una occasione per confrontarsi direttamente con questo universo. Lasciarsi affascinare da ogni suo aspetto, apprendere dai grandi scrittori e compartecipare con entusiasmo insieme a chi, come me, sta muovendo i primi passi. Emozionante certamente, perché parlare con il pubblico di ciò che si scrive è come mettere a nudo ciò che si è sempre confessato solo a se stessi, nel silenzio della notte, nella fretta di un caffè, su un treno, in solitudine.
Ascoltare ad alta voce i propri pensieri, condividerli e metterli a disposizione di quanti hanno voglia di ascoltarli, non è un affare da poco. Perché si sta raccontando di ciò che si è vissuto, di quello che si pensa e, non di una storia fantasiosa.
Il contatto con gli altri aiuta a crescere e a migliorarsi, a trovare nuovi spunti di riflessione e nuova linfa ai propri pensieri. Ogni evento, ogni presentazione (nel mio paese, Sambuca, al circolo di cultura di Sciacca, all’auditorium Rai, a tele8 a Mazara e ora al Letterando) è stata sempre una conquista faticata perché ho sempre fatto tutto da sola.
La soddisfazione più grande arriva quando, come è successo al Letterando, il pubblico che possibilmente si trovava alla presentazione per caso, per curiosità o semplicemente per riempire il tempo prima di ascoltare l’autore per cui ci si è spostati da casa, si incuriosisce, decide di fermarsi fino alla fine, e magari vuole anche firmato il libro.
Mi piacerebbe che un giorno anche i grandi autori facessero capolino alle presentazioni dei giovani emergenti e, non sia sempre il contrario. La poesia è un’isola di difficile approdo, ma una volta giunti in riva non si vuol più tornare indietro.