

"Il testamento di Vantò", l'epopea zingara della sicilianità tra emarginazione ed integrazione. Questo il titolo ed il tema dell'ultimo romanzo di Michele Barbera.
Il romanzo partecipa al "Letterando in Fest" di Sciacca. L'autore converserà con Massimo D'Antoni, alla Badia Grande (contrada San Michele), domenica ore 19,00. Il romanzo è avvolgente. Si legge tutto di un fiato.
In un angolo magico della Sicilia, sospeso nel tempo, gli abitanti di un piccolo paese danno vita ad un appassionante dramma umano attorno alla figura di Vantò, folle visionario ed eccentrico letterato, custode, a sua insaputa, di una misteriosa ricchezza. In un rutilante palcoscenico vivente si alternano passioni, intrighi e delitti, vicende in cui il confine tra bene e male è spesso indistinguibile. Tra umorismo tragico ed ironia grottesca, i toni raffinati del romanzo ci rendono partecipi di un’onirica fiera delle vanità, dove tutto ciò che è reale porta in sé i semi della violenza e del male. Sullo sfondo di splendidi scenari naturali, quasi un leitmotiv pudicamente celato ad occhi profani, la narrazione guarda con interesse ai temi dell’integrazione sociale e delle minoranze etniche, soffocate da pregiudizi alienanti ed incapaci di esprimere se stesse, in un contesto che vuole l’emarginazione come conseguenza naturale della diversità.