

Francesco Sciara
Ricorre oggi, 20 novembre 2012, il 30° anniversario della visita di Papa Giovanni Paolo II nella Valle del Bèlice. Per ricordare quello storico evento sono previste delle iniziative nella parrocchia Madonna del Soccorso di Menfi, guidata da don Marco Damanti, dove sono state esposte alcune reliquie del Beato. Padre Marco Damanti celebrerà , alle ore 18, una Santa Messa solenne presieduta dall’Arcivescovo di Agrigento don Francesco Montenegro alla quale parteciperanno le autorità civili e militari del territorio.
Una Messa celebrata per ricordare quella visita nella Valle del Belìce ferita dal terremoto del 15 gennaio 1968 e alle prese con una ricostruzione lenta e farraginosa.
Papa Giovanni Paolo II volle visitare il Belìce per dare conforto e coraggio alle popolazioni terremotate e per spronare le istituzioni ad attivarsi per un rapido intervento per assicurare una casa ed un futuro migliore alla gente, ai giovani e ai bimbi del Belìce.
Alla celebrazione saranno presenti le istituzioni civili, militari e religiose del territorio.
Il 9 maggio 2013, ricorrerà, invece, il ventennale della visita di Giovanni Paolo II nella Valle dei Templi di Agrigento dove, al cospetto del Crocifisso venerato nella chiesa Madre di Santa Margherita di Belìce, lancio l’accorato anatema contro la mafia all’indomani delle stragi compiute dalla mafia a Palermo.
Una ricorrenza che dovrebbe essere ricordata e messa in risalto dalla comunità ecclesiale e dall'Amministrazione comunale della città del Gattopardo.
Pubblichiamo il capitolo della pubblicazione "Il Beato Giovanni Paolo II e il SS. Crocifisso di Santa Margherita di Belìce", curata da Francesco Sciara nel maggio 2011, inerente la visita del papa polacco nel Belìce.
Il Beato Karol Wojtyla e la Valle del Belìce
Papa Wojtyla è stato particolarmente vicino alla gente della Valle del Belìce e di Santa Margherita di Belìce in particolare. Tutto ha avuto inizio con la visita di Papa Giovanni Paolo II nella Valle del Belìce, terra messa a dura prova dal terremoto del 15 gennaio 1968.
Il 20 novembre 1982, dopo essere sceso da un elicottero atterrato in una vasta piazzola, il Papa celebrò la Santa Messa. Alla celebrazione eucaristica partecipò una moltitudine di fedeli provenienti dai paesi della Valle del Belìce. Il Papa si rivolse ai fedeli con queste parole: “Ho voluto che la mia prima sosta tra le genti di Sicilia fosse qui, nella terra del Belìce. Saluto Voi, Uomini e Donne di questa terra, che avete vissuto l'esperienza sconvolgente di quella notte tra il 14 e il 15 gennaio 1968 ed avete affrontato, senza lasciarvene piegare, gli indicibili disagi che ad essa hanno fatto seguito in tutti questi anni”.
Durante l'omelia, il Papa condannò i ritardi nell'opera di ricostruzione, spronando le istituzioni ad adoperarsi celermente in favore delle popolazioni terremotate costrette a vivere, in condizioni precarie e disumane, nelle baraccopoli. Nel suo discorso affermò: “la baracca è una degradazione che Vi umilia”. Parole pronunziate alla presenza del cardinale Pappalardo, dei Vescovi di varie diocesi siciliane e di tutti i sindaci e i sacerdoti dei paesi terremotati. La speranza e l'augurio di un futuro migliore il Santo Padre lo rivolge ai suoi amati giovani: “Saluto in particolar modo voi giovani, che muovevate allora i primi passi nell'esistenza o che non eravate nati ancora: il futuro della Valle del Belìce è nelle vostre mani”.