

Scarcerati i tre giovani margheritesi che erano stati tratti in arresto il 5 gennaio scorso a Nicosia per presunto spaccio di stupefacenti. Il Giudice del riesame ha infatti accolto la richiesta dei difensori, e ieri (24 gennaio) ha disposto la scarcerazione. Questi i fatti. Il 5 gennaio a Nicosia, davanti una discoteca in cui stava per svolgersi un concerto, una pattuglia dei Carabinieri si è avvicinata alla macchina dei giovani margheritesi. Le forze dell’ordine hanno perquisito i quattro ragazzi e la loro macchina. Sotto il sedile, i militare hanno trovato “canne” già confezionate e per questo hanno tratto in arresto i giovani. Il G.I.P. (giudice per le indagini preliminari) di Nicosia ha contestato lo spaccio di stupefacenti ed ha disposto la custodia cautelare in carcere presso l'istituto di Nicosia. Uno dei ragazzi, essendo minorenne, è stato assegnato all’istituto di Caltanissetta. Le ulteriori indagini, anche con perquisizioni a casa degli indagati, hanno dato esito negativo. Non è stato trovato nulla in riferimento a bilancini, taglierini carta argentata, tutte cose occorrenti per il confezionamento e lo spaccio di stupefacenti. E così è stata disposta la scarcerazione per tre ragazzi. Per il quarto ragazzo, M.D.G. – difeso dagli avv. Fiore e D’Alessandro - l'udienza è fissata per fine mese.
“Abbiamo fatto rilevare – dice l’avv. Nino Gulotta - l'uso assolutamente personale delle “canne”. Come dimostrato anche attraverso l'esame tossicologico effettuato sui ragazzi e dalla modestissima quantità detenuta. Il Tribunale del riesame ha pienamente accolto le nostre tesi ed infatti ha scarcerato i nostri assistiti”.
D.S. è difeso dagli avvocati Nino Gulotta e Paolo Imbornone, mentre i fratelli C.M. e G.M sono difesi dagli avv. Salvino Barbera e Paolo Imbornone,
“Con un minimo di buon senso – continua l’avv. Gulotta - la custodia cautelare in carcere poteva e doveva essere evitata. Abbiamo fatto rilevare già sin dall'inizio nell'udienza di convalida l'uso personale e quindi l'irrilevanza penale del fatto contestato. In più, le precise esposizione dei fatti da parte dei ragazzi dovevano essere prese in considerazione e così non è stato, facendo patire un'inutile custodia cautelare preventiva che non aveva alcun senso applicare. Ed infatti il tribunale ci ha dato ragione e ha stabilito che non sussistono nè le esigenze cautelari nè i gravi indizi di colpevolezza”.